Boom dei lavori nell’IA, ma i giovani italiani restano esclusi: ecco perché
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Direttore: Alessandro Plateroti

Boom dei lavori nell’IA, ma i giovani italiani restano esclusi: ecco perché

Analisi dati tramite intelligenza artificiale su computer

In Italia cresce la domanda di professionisti legati all’intelligenza artificiale (IA), ma la disoccupazione giovanile non cala.

Negli ultimi anni, il mondo del lavoro ha subito una trasformazione profonda, spinta dall’avanzare dell’intelligenza artificiale (IA). Le aziende, sempre più orientate alla digitalizzazione, cercano figure professionali in grado di guidare l’innovazione. Ma mentre il numero di posizioni aperte cresce, non tutti riescono a cogliere queste opportunità.

Simbolo e rappresentazione dell’AI
Concetto visivo di intelligenza artificiale – newsmondo.it

Un mercato del lavoro in piena evoluzione

L’adozione dell’IA non si limita ai settori tecnologici: coinvolge trasversalmente ambiti come la consulenza, il customer service e persino il marketing. Questo sta generando una domanda crescente di competenze ibride, capaci di unire capacità tecniche e comprensione dei contesti umani. Tuttavia, l’espansione di questi ruoli non sembra procedere di pari passo con l’inclusione dei più giovani.

Giovani esclusi dalla rivoluzione tecnologica

A fronte di aziende pronte ad assumere AI trainer, data analyst e nuovi ruoli manageriali come il Chief AI Officer, i dati sulla disoccupazione giovanile in Italia restano allarmanti. Nel Sud, in particolare, il tasso di inattività supera il 43% tra le donne, mentre il 19% dei giovani tra i 15 e i 24 anni risulta disoccupato. Un disallineamento strutturale tra domanda e offerta – noto come mismatch occupazionale – continua a frenare l’accesso dei giovani al lavoro.

Il problema non è la mancanza di lavoro, ma la scarsa corrispondenza tra le competenze richieste e quelle effettivamente possedute dai candidati. Le imprese cercano profili altamente specializzati, ma molti giovani italiani, specie quelli provenienti da aree meno servite, non hanno accesso alla formazione necessaria. Il rischio è che l’innovazione, anziché colmare i divari sociali, finisca per accentuarli.

Ed è qui che emerge la vera notizia: quasi la metà delle aziende italiane cerca competenze legate all’IA, ma i giovani, paradossalmente, restano ai margini di questa rivoluzione. Un’occasione mancata che impone una riflessione urgente su formazione, politiche attive e inclusione nel nuovo mondo del lavoro.

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ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2025 18:24

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